Giornata Internazionale del teatro: l’esperienza della speaker Valentina Olla
Scritto da Beatrice Manocchio il Marzo 27, 2025
Il 27 marzo si festeggia la Giornata mondiale del teatro, una ricorrenza istituita a Vienna nel 1961 durante il IX congresso mondiale dell’Istituto Internazionale del Teatro (ITI).
L’idea nacque dal desiderio di celebrare la forma artistica del teatro e di sensibilizzare il pubblico sull’importanza della cultura teatrale, sottolineando il valore del teatro come mezzo di comunicazione universale, in grado di abbattere barriere linguistiche, sociali e culturali.
Noi di RID 96.8 FM siamo impegnati anche su tale tema grazie alla nostra speaker Valentina Olla, esperta del settore, che il venerdì dalle 9 alle 12 nella trasmissione Donne di Oggi parla del teatro. Nel programma radiofonico non mancano approfondimenti, ospiti e aneddoti sul questo mondo artistico unico.
Intervista a Valentina Olla
La nostra speaker della trasmissione Donne di oggi Valentina Olla ha scambiato qualche parola con noi in occasione della Giornata Internazionale del Teatro, di cui lei è esperta. Oltre ad essere una conduttrice radiofonica eccellente, infatti, è un’attrice e regista di teatro che porta in scena spettacoli unici insieme al marito Federico Perrotta.
Descrivi il teatro con tre aggettivi: autentico, magico, vitale.
Cosa rappresenta per te il teatro: Il teatro per me è vita il teatro mi ha salvato la vita il teatro salva le vite.
Perché la gente dovrebbe andare a teatro: La gente dovrebbe andare a teatro perché a teatro si metabolizzano le emozioni, si vive, si sogna, si ride, si piange e ci si emoziona insieme come accade della notte dei tempi e come sempre accadrà perché è necessario all’emotività umana
Quali sono i benefici che il teatro può offrire, sia per chi lo fa che per chi lo guarda? Il teatro è un volano per l’economia culturale e sono correlate ad esso tutta una serie di attività indispensabili per garantire una società sana. Teatro dovrebbero farlo tutti, indipendentemente dal fatto che poi scelgano una professione artistica come lavoro, perché fare teatro insegna a dare un nome alle emozioni, quindi dovrebbe essere fatto bene nelle scuole. Dove il teatro è fatto bene ed è un teatro attivo la comunità è più sana perché anche i ragazzi sono lasciati meno soli e hanno modo di confrontarsi con le proprie emozioni, di confrontarsi con i propri coetanei e di vivere il proprio tumulto adolescenziale in un ambiente protetto come il Teatro che è molto più protetto rispetto a viverlo nella comitiva di strada.