Recensione di The Alto Knights – I due volti del crimine: Un viaggio nel declino della mafia
Scritto da Beatrice Manocchio il Marzo 20, 2025
Nel panorama cinematografico contemporaneo, pochi generi sono riusciti a incastrare la criminalità organizzata e la grande narrazione come il film sulla mafia italo-americana. The Alto Knights – I due volti del crimine si inserisce in questa tradizione, ma con una particolare scelta stilistica che lo distingue dai capolavori del passato. Diretto da Barry Levinson, noto per il suo lavoro in film come Rain Man e Good Morning, Vietnam, questo film prova a rivisitare il genere con un approccio più malinconico e documentaristico, ma rischia di perdere la tensione che ha reso iconici i suoi predecessori.
La trama
La trama si ispira alla vera rivalità tra i mafiosi Frank Costello e Vito Genovese, protagonisti della criminalità italo-americana degli anni ’50. La storia parte dal celebre episodio dell’attentato a Costello, ordinato da Genovese, e si sviluppa attraverso la narrazione di Costello, affidata alla voce di un Robert De Niro che interpreta entrambi i ruoli, quello di Costello e di Genovese. Questo doppio ruolo, seppur intrigante, finisce per mettere in evidenza il carattere egocentrico del film, dove De Niro, in uno degli ennesimi “one-man-show” della sua carriera, domina la scena, ma sottrae spazio a una narrazione equilibrata.
Le criticità
Seppur dotato di una forte ricostruzione storica e visiva, grazie alla fotografia di Dante Spinotti, The Alto Knights soffre di una certa mancanza di coesione. La scelta di un approccio quasi documentaristico, con l’utilizzo di materiali d’epoca, non basta a compensare una trama che, pur nella sua evidente importanza storica, non riesce a mantenere alta la tensione. In un film sulla mafia, dove il conflitto tra i protagonisti dovrebbe essere palpabile e intenso, la resa appare insipida, quasi apatica. Gli incontri tra Costello e Genovese, pur essendo il cuore del conflitto, risultano poco coinvolgenti, e la passività che pervade il racconto toglie quella scintilla che ha reso grandi film come Il Padrino o Goodfellas.
Anche se il film ha il merito di restituire un certo realismo storico, The Alto Knights manca di quella scintilla emotiva che ha segnato i migliori mafia movie del passato. La scelta di affidare a De Niro entrambi i ruoli può essere vista come una riflessione sul dualismo dei personaggi, ma in pratica finisce per diventare un espediente che limita la possibilità di un vero confronto drammatico. La presenza di un altro attore nei panni di Genovese avrebbe potuto bilanciare meglio il conflitto, ma così il film sembra più una vetrina per il talento di De Niro, piuttosto che una vera e propria storia di rivalsa e tradimento.
Un’altra criticità del film è la sua tendenza a adagiarsi sugli stilemi classici del genere, senza osare nulla di davvero nuovo. Levinson omaggia senza innovare, facendo chiari riferimenti a registi come Scorsese e Coppola, ma non riesce a trovare una propria voce distintiva. Se da un lato è inevitabile il confronto con Il Padrino e Quei Bravi Ragazzi, dall’altro emerge la sensazione che il regista si sia accontentato di riproporre formule già collaudate, senza aggiungere alcuna dimensione ulteriore alla trama o ai personaggi.
Nonostante questi difetti, The Alto Knights offre uno spunto interessante di riflessione sul declino della mafia. La storia dei due protagonisti, ormai figure in disfacimento, racconta di un mondo in cui la criminalità si perde nel tempo, incapace di rinnovarsi e di adattarsi ai cambiamenti della società. In questo senso, il film si fa portavoce di un messaggio che risuona con l’attualità: la perdita di ogni punto di riferimento morale, l’auto-distruzione di un sistema che una volta sembrava invincibile.
Conclusione
In definitiva, The Alto Knights – I due volti del crimine non è un brutto film, ma soffre di un certo impasse creativo. Pur avendo tutti gli ingredienti per essere un grande ritorno nel genere, finisce per essere una pellicola che si appoggia troppo su una nostalgia mal direzionata e su una performance di De Niro che, pur notevole, non basta a rendere il film memorabile. Per chi cerca una vera e propria riscoperta del mafia movie, le aspettative rimarranno probabilmente deluse, ma per gli appassionati del genere e dei suoi protagonisti, il film può comunque offrire uno spunto di riflessione interessante.
Nel panorama delle pellicole che raccontano la mafia, The Alto Knights non riesce a ritagliarsi un posto al fianco dei classici, ma rappresenta comunque un omaggio rispettoso, ma non straordinario, alla storia della criminalità italo-americana.
AUTORE PRISCILLA MOTTA